Mastoplastica Riduttiva con complicanza

La riduzione di un seno troppo ingombrante, pesante, imbarazzante, invalidante, è possibile attraverso la mastoplastica riduttiva. Scopo di questo video, tratto da una storia vera è:

  • far capire il disagio delle pazienti affette da questo problema
  • far capire come si può risolvere
  • far capire che si possono verificare complicanze
  • far capire che le complicanze si risolvono
  • far capire l’atteggiamento giusto per affrontare questo delicato intervento

 

“Quando decidi di fare una mastoplastica riduttiva, non decidi solo di alleggerirti un po’ il fisico, ma di alleggerirti anche l’anima. Quando sei una ragazza e tutti i tuoi amici ti prendono in giro per via del seno enorme, quando i ragazzi non ti guardano in faccia, quando non riesci a trovare niente che ti stia bene, quando piangi perché non ti piaci, quando i dolori che hai alla schiena non ti fanno dormire la notte, quando allattare diventa un incubo, allora è ora di una riduzione del seno.

Naturalmente da quando lo decidi e lo fai, passa del tempo. Sei lì che guardi i tuoi reggiseni enormi, dove non ce n’è neanche uno in cui tu stia comoda. Ti guardi allo specchio e vedi questi seni a penzoloni. Beh, è arrivato il momento di trovare un dottore che ti ispiri fiducia. Passi le notti tra un sito e un altro e poi vedi quella faccetta simpatica e che ti ispira fiducia: il dott. Luca Grassetti.

Pensi: Mhmm giovane ha poca esperienza. Mhmm forse meglio vedere nei grandi centri di Roma o Milano. Però c’è una vocina che ti dice “va beh prova”, e non ho sbagliato. Dall’incontro alla stretta di mano ho capito che lui mi avrebbe alleggerito l’anima. Mi decido con tanta euforia, però, come ogni cosa bella, devi prima passare dall’inferno per goderti il paradiso. La paura prima dell’intervento c’è, però è tanta la voglia di sentirsi diversa e più bella, che mi butto.

Il dottore mi aveva anticipato tutte le varie complicanze di un caso così complesso come il mio, ed io vado avanti lo stesso. E la complicanza arrivò, e iniziò la mia avventura. L’avventura è durata circa 4 mesi tra medicazioni, visite, km in autostrada e purtroppo, una seconda operazione.

Ormai con il dottore eravamo in contatto ogni giorno. Una volta mi raccontò addirittura che un suo mentore in Belgio gli disse che in casi come il mio, avrebbe dovuto “sposarmi”. E in effetti un po’ mi sposò.

Avevo continui crolli emotivi, ma dall’altra parte avevo un dottore, psicologo, un amico che mi ha aiutata. Ogni giorno, anche più volte al giorno ci sentivamo, ci messaggiavamo: era lì a rispondermi anche nelle pause tra un intervento e l’altro.

Quando decidi di “alleggeriti l’anima” devi pensare che ci vuole tanta forza, una famiglia che ti supporti e un dottore a cui affidarti. Sono passati 4 mesi dall’intervento e la parola “pentimento” a causa della complicanza, non uscirà MAI dalla mia bocca.

Comprare un reggiseno di una quarta misura, anziché una settima, acquistare un costume senza spalline, non avere più dolori alla schiena, sòno le più grandi gioie che mi ripagano degli sforzi, dei pianti e dei soldi meglio spesi della mia vita.”