A volte i pazienti mi chiedono come verrà la cicatrice dell’addominoplastica: come la cicatrice del cesareo?
In teoria dovrebbe venire meglio perché noi siamo Chirurghi Plastici!
Quanto meno più corta. E invece non è così.
La buona riuscita di una cicatrice dipende soprattutto dall’assenza di tensione tra i margini della ferita, oltre al corretto allineamento degli stessi e alla tecnica chirurgica.
Durante un parto cesareo il ginecologo taglia la pelle che alla fine sutura senza tensione tra i margini, perché non ha bisogno di asportarla.
A lui infatti serve solo come ingresso all’addome, una porta che apre e che alla fine richiude.
Lo scopo di un’addominoplastica invece è proprio asportare la pelle col grasso sottostante, tagliare un pezzo di stoffa di un vestito che si è fatto troppo largo.
E così come il sarto farà una lunga cucitura, ahimè anche il Chirurgo Plastico dovrà fare una cucitura tanto più lunga quanto maggiore sarà la pelle da asportare.
Ecco perché la cicatrice sarà più lunga di quella del cesareo.
Inoltre egli si troverà a suturare i margini di una ferita che sono in tensione, come se avessimo una corda spezzata i cui capi tendono ad allontanarsi.
Le cellule che producono il collagene, ovvero la colla che tiene uniti i margini della ferita, produrranno più cicatrice proprio per cercare di tenere vicini i capi della corda.
Nella ferita del taglio cesareo evidentemente ciò non si verifica perché non viene asportato un solo centimetro di pelle.
Ciononostante, conosciamo oggi tecniche chirurgiche, presidi post-operatori e terapie durante la guarigione che migliorano molto questi meccanismi riparativi.
L’aiuto del paziente inoltre è il fattore più importante: stando flesso nell’immediato post-operatorio può ridurre drasticamente la tensione sui margini della ferita, ed effettuando il massaggio come illustrato in altro articolo del blog dedicato proprio al massaggio migliorativo delle cicatrici, può addirittura rendere la lunga cicatrice dell’addominoplastica, più piacevole di quella del cesareo!