L’esame clinico e strumentale permette nella maggior parte dei casi di stabilirne la natura benigna, cionondimeno la diagnosi differenziale con alcune patologie maligne potrebbe non essere del tutto agevole in sede pre-operatoria.
Capita infatti che durante l’intervento chirurgico, il chirurgo esperto possa osservarne degli aspetti sospetti per malignità.
Solo l’asportazione chirurgica, pertanto, offre la possibilità di giungere ad una diagnosi di certezza mediante l’esame istopatologico del campione asportato.
Solitamente l’intervento viene effettuato in regime ambulatoriale e risulta essere molto semplice da un punto di vista tecnico tuttavia non è scevro di complicanze, che qualora dovessero accadere, sarebbero opportunamente ben gestite in un Centro di III livello.
Il Centro in cui opera il Dottor Grassetti infatti, potendo far affidamento su di una rete funzionale di professionisti con competenze specifiche in ambito dermatologico, anestesiologico, oncologico, radiologico garantisce la massima serenità e sicurezza nel sottoporsi all’intervento chirurgico.
Approfondimenti:
Almeno una settimana prima dell’intervento dovrà essere sospesa l’assunzione di medicinali contenenti Acido Acetil-Salicidico (Aspirina®) nonché il fumo: alcuni studi hanno dimostrato che l’incidenza di complicanze nei processi di guarigione delle ferite è 10 volte maggiore in chi fuma.
Si dovranno segnalare le terapie farmacologiche in atto, possibili allergie a farmaci, la presenza di una gravidanza accertata o presunta.
Il giorno precedente l’intervento è preferibile effettuare un’accurata detersione della sede dell’incisione.
Non indossare oggetti metallici il giorno dell’intervento né smalto sulle unghie di mani e piedi. Presentarsi il giorno previsto senza trucco al viso.
Si esegue solitamente un’anestesia locale praticata dal chirurgo. Quando necessario viene effettuata una blanda sedazione del paziente così da ottenere il piacevole effetto di non ricordare neanche l’intervento.
L’intervento di asportazione della neoformazione viene eseguito con il bisturi utilizzando poi una sutura solitamente intradermica e dei cerottini sterili così da non dover rimuovere nemmeno i punti di sutura.
Nei casi di neoformazioni più grandi può essere necessario mobilizzare i tessuti provenienti da una regione corporea vicina.
L’asportazione così effettuata è l’unica che da la possibilità di diagnosi di certezza mediante l’invio allo specialista anatomo-patologo per l’esame istopatologico
Dolore: più che un dolore si avvertirà un fastidio che, al bisogno, è ben controllabile con i comuni analgesici; è consigliabile sempre e comunque posizionare del ghiaccio nella zona trattata per periodi di 15 minuti a scopo analgesico, antinfiammatorio e antiedemigeno.
L’insorgenza di un dolore forte, improvviso e persistente potrebbe significare lo sviluppo di un ematoma o di un’infezione, per cui va informato tempestivamente il chirurgo.
Qualora fossero stati applicati punti di sutura esterni, essi saranno rimossi dopo alcuni giorni.
Talvolta possono comparire lividi (ecchimosi) nell’area trattata. Essi durano 7-10 giorni e possono essere mascherati con il trucco.
Si raccomanda di non bagnare la medicazione e non esporla al sole o fonti di calore.
Per un paio di settimane è consigliabile non praticare sport e esercizi fisici impegnativi; è invece consigliabile fare passeggiate all’aperto.
Evitare l’esposizione al sole e/o lampade abbronzanti per almeno 6 mesi o, se necessario, proteggersi con creme a protezione totale, per evitare patologie della cicatrizzazione.
Si possono verificare COMPLICANZE DI CARATTERE GENERALE, presenti in ogni tipo di intervento chirurgico quali:
• Un modesto sanguinamento della ferita rientra nella normalità. Se di entità importante può richiedere un reintervento chirurgico.
• L’infezione si manifesta generalmente con dolore, eritema cutaneo e tumefazione, accompagnati o meno da febbre, e viene trattata con antibiotici, medicazioni locali e, solo raramente richiede l’intervento chirurgico. Può comportare la perdita di tessuto con conseguente formazione di cicatrici poco estetiche.
• La formazione di ematomi (raccolte di sangue in profondità), seppur molto rara, è un’evenienza che può verificarsi durante il decorso postoperatorio e si manifesta con l’insorgenza rapida di tumefazioni o forti dolori e può essere facilitata da aumenti della pressione arteriosa causati da sforzi fisici intensi.
A volte gli ematomi necessitano di essere aspirati o evacuati mediante la riapertura di un tratto della ferita chirurgica.
• La deiscenza della ferita ovvero la sua riapertura spontanea è una complicanza abbastanza frequente soprattutto nei pazienti diabetici e fumatori. Nella maggior parte dei casi tende a guarire con medicazioni locali e solo raramente si rende necessaria una nuova sutura.
• Lesioni nervose (raro). Le manifestazioni cliniche correlate sono generalmente temporanee.
• Dolore cronico (rarissimo).
• Allergie. Sono state segnalate reazioni allergiche ai cerotti, alle suture e a creme per uso topico. Generalmente sono di scarso significato clinico. Più gravi sono le reazioni sistemiche, generalmente dovute agli anestetici locali o a farmaci assunti nella fase peri-operatoria. Reazioni gravi possono richiedere terapie mediche aggiuntive.
• “Orecchie di cane”. Consistono in piccole ripiegature della pelle in corrispondenza di un’estremità o di entrambe della ferita. Rientrano nella necessità tecnica di contenere la lunghezza della ferita. Possono scomparire nei mesi successivi all’intervento o più raramente richiedere un piccolo ritocco allungamento di qualche millimetro la cicatrice finale.
•Asportazione incompleta. È un’evenienza possibile che viene evidenziata dall’esame istopatologico, in base al quale si deciderà se allargare i margini o meno.
• Recidiva locale. Anche dopo un’asportazione bene eseguita è possibile che un tumore maligno possa recidivare.
• Necrosi cutanea. Evenienza rara, ma possibile specie nelle procedure ricostruttive più complesse. È dovuta ad una sofferenza vascolare del lembo di copertura o per mancato attecchimento dell’innesto cutaneo, si verifica con più frequenza in pazienti fumatori e diabetici. Talvolta può rendersi necessario un intervento riparativo.
• Sieroma. Imbibizione della ferita da parte del siero proveniente dal tessuto adiposo che è stato in parte lesionato durante l’asportazione dei voluminosi lipomi sottocutanei. Può essere necessario il posizionamento di un drenaggio nella ferita o la sua aspirazione con siringa.
Il dr. Grassetti farà il possibile per far cadere le cicatrici nelle pieghe naturali del corpo cercando il più possibile di mascherarle.
Talvolta a causa di complicanza post-operatorie o per eccessiva reattività cutanea di alcuni pazienti le cicatrici possono diventare arrossate, rilevate, allargate, risultando quindi di qualità scadente.
In tali casi possono essere trattate ambulatorialmente con terapie mediche o se necessario con un intervento di revisione della cicatrice a distanza di un anno dall’intervento.