Lifting Del Seno

La maggior parte delle donne trovano che i loro seni iniziano a incurvarsi e cadere man mano che invecchiano.

La perdita di peso, la gravidanza e l’allattamento al seno, la forza di gravità ed i naturali processi di invecchiamento possono provocare una diminuzione dello spessore e dell’ elasticità della pelle, provocandone un eccesso.

In sostanza la ghiandola mammaria si viene a trovare in un contenitore cutaneo in eccesso, particolarmente sgradevole.

Un sollevamento del seno, conosciuto come mastopessi, è una operazione che asporta la pelle in eccesso, riposiziona il complesso areola-capezzolo in sede corretta e risolleva il seno riplasmandolo.

Le areole troppo grandi, possono essere diminuite nel diametro e simmetrizzate tra loro.

Nei casi in cui, oltre allo stiramento della pelle si sia verificata anche la diminuzione del volume della ghiandola mammaria e del grasso ad essa connesso, si potrà anche inserire una protesi mammaria per ridare proiezione alle mammelle.

Il Dr. Grassetti, ove possibile, preferisce utilizzare dei lembi di tessuto mammario stesso per ridare volume e proiezione alla mammella cadente, utilizzando la tecnica comunemente detta “con autoprotesi” per garantire nel tempo un risultato più naturale.

Approfondimenti:

L’intervento non va eseguito in pazienti gravide o in allattamento ed è preferibile evitare il periodo del ciclo mestruale.

Prima dell’operazione vi verranno chiesti i referti dell’ecografia mammaria o della mammografia: essi infatti hanno il duplice scopo di accertare l’ eventuale presenza di tumori mammari e di ottenere un confronto utile per i futuri accertamenti diagnostici che verranno eseguiti negli anni successivi all’intervento.

Non dovrebbero essere presi per due settimane prima di un intervento chirurgico né aspirina né farmaci contenenti acido acetilsalicilico, così come l’assunzione di anticoagulanti orali va adeguatamente sostituita con eparine a basso peso molecolare concordando il tutto col Medico Curante.

Un mese prima dell’ intervento va sospesa la terapia estroprogestinica (pillola anticoncezionale) nei pazienti che ne fanno uso: questo per diminuire ulteriormente i rischi di trombosi venose profonde alle gambe.

Se si fuma si dovrebbe smettere per una almeno un mese prima dell’intervento chirurgico per ridurre la probabilità di complicanze post-operatorie in merito alla vascolarizzazione cutanea e ai sanguinamenti.

E’ consigliabile procurarsi sin da subito un reggiseno elasto-compressivo con apertura anteriore a fascia alta, avendo cura di concordare con la sanitaria la possibilità di cambiarlo qualora la taglia acquistata non fosse perfettamente adeguata al “nuovo seno”.

La sera prima va effettuata un’accurata doccia di pulizia, depilata con rasoio completamente la regione ascellare, asportato lo smalto da mani e piedi.

Osservare il digiuno di almeno 8 ore prima dell’ intervento.

L’intervento chirurgico di lifting del seno viene eseguito in anestesia generale e di solito si soggiorna in ospedale per una o due notti.

Esso ha durata dalle 2 alle 3 ore a seconda dell’ entità della riduzione e della tecnica utilizzata.

Durante un’operazione di sollevamento del seno il Dr Grassetti rimuove la pelle in eccesso, rimodella la ghiandola e riposiziona il complesso areola-capezzolo.

Le cicatrici a seconda della tecnica utilizzata potranno essere localizzate attorno all’areola, lungo la verticale che va dal margine inferiore dell’areola al solco sottomammario, lungo il solco sottomammario stesso, più o meno estese a seconda dell’ entità dell’ asportazione e del grado di discesa (ptosi) del seno.

Va detto che le tecniche che asportano la pelle e i tessuti in eccesso unicamente attorno all’areola (round block), a fronte di una cicatrice solo areolare determinano una forma delle mammelle piuttosto appiattita.

Diversamente, rimuovendo la cute in eccesso anche nei quadranti inferiori della mammella, ne risultano cicatrici più estese, ma mammelle di forma conica decisamente più gradevoli e spesso anche più proiettate grazie alla realizzazione di un’autoprotesi come si diceva poc’anzi.

In alcuni casi, per ottenere un migliore risultato, può essere necessario anche un aumento di volume del seno mediante l’allestimento di lembi ghiandolo adiposi a peduncolo inferiore noti come “autoprotesi”, quindi utilizzando il tessuto stesso della paziente qualora questo sia disponibile.

Alternativamente va posizionata una protesi al silicone sotto lo ghiandola mammaria se questa è ben rappresentata, oppure sotto il muscolo pettorale in soggetti magri o con ghiandole poco rappresentate (cfr. cap. mastoplastica additiva).

Le suture sono di norma realizzate tutte con punti interni che non necessitano di rimozione.

Al termine dell’ intervento viene posizionato un drenaggio per ogni lato operato, a livello dell’ ascella, che verrà rimosso dopo 24-48h.

Si potrà avvertire un lieve dolore in regione pettorale, tenuto facilmente a bada con i comuni analgesici.

Esso regredirà in ogni caso nel giro di pochi giorni.

È necessario indossare un reggiseno sportivo elasto compressivo senza ferretti nelle 8 settimane dopo l’intervento per sostenere il seno mentre le mammelle rimodellate si sistemano cicatrizzando nella loro nuova forma, nelle prime 4 settimane giorno e notte, nelle 4 sett successive solo di giorno.

A letto è opportuno riposare su due cuscini in modo da mantenere il capo e le spalle elevati.

Per i primi 4 giorni dopo l’ intervento è raccomandato il riposo assoluto dei muscoli pettorali: non forzare sulle braccia per alzarsi dal letto, non sollevare pesi, non fare ampi movimenti con le braccia.

Per la prima settimana sarà vietato guidare la macchina. Parimenti è assolutamente consigliata l’astensione dal fumo per almeno una settimana: esso può essere responsabile di sanguinamenti, necrosi del complesso areola capezzolo e riacutizzazione del dolore.

In caso siano stati posizionati alcuni punti cutanei, questi verranno rimossi dopo una settimana. A questo punto si potrà effettuare la prima doccia (non il bagno!).

Per i primi 10 giorni sarà invece raccomandato un riposo domestico, evitando sempre sforzi ai muscoli pettorali, astenendosi dall’ attività sessuale ed effettuando passeggiate anche all’ aria aperta.

L’ attività lavorativa potrà essere ripresa dopo 10 giorni, salvo in caso di importante impegno manuale.

Per circa un mese dovrà essere evitato ogni tipo di attività sportiva e l’esposizione al Sole o fonti di calore (sauna, lampade solari, ecc.). Dovrà inoltre essere evitata la posizione prona (a pancia in giù) durante la notte.

Per circa sei mesi è bene evitare la gravidanza.

Segnalare l’avvenuta esecuzione dell’ intervento di mastopessi durante le successive indagini senologiche.

Come in ogni intervento chirurgico, seppur di modesta entità ed eseguito su pazienti in buone condizioni di salute, si possono verificare:

Un modesto sanguinamento della ferita rientra nella normalità. Se di entità importante può richiedere un reintervento chirurgico.

Infezione della ferita. Si manifesta con dolore, gonfiore, calore e arrossamento della pelle, accompagnati o meno da febbre.

Qualsiasi infezione può solitamente essere trattata con antibiotici e medicazioni locali, ma può determinare cicatrici di scadente qualità.

La comparsa di un ematoma nelle prime ore dopo l’intervento è rara e viene trattata con drenaggio immediato o aspirazione (donde l’ importanza del posizionamento di un drenaggio di sicurezza).

Si può tuttavia verificare fino a una settimana dopo l’intervento. Si manifesta con forte dolore e repentino aumento di volume e durezza del seno che vanno segnalati immediatamente al Chirurgo, nonché comparsa di lividi sulla cute soprastante nei giorni successivi.

Se di modesta entità si riassorbe spontaneamente. Se più grande può richiedere l’evacuazione anche mediante riapertura della ferita in sala operatoria.

La formazione di sieromi consiste nell’ accumulo attorno alla protesi di un liquido giallo e trasparente chiamato siero, del tutto simile a quello che si forma nelle vescicole e bolle degli ustionati.

Piccole quantità si riassorbono spontaneamente, mentre raccolte più cospicue che si dovessero formare quando i drenaggi non siano più presenti possono richiedere l’ aspirazione o il drenaggio chirurgico come nel caso degli ematomi importanti.

Deiscenza (riapertura) della ferita è molto rara e può avvenire in particolare all’ incrocio delle suture, dove c’ è più tensione.

Guarisce di solito spontaneamente con le medicazioni ambulatoriali; più raramente può richiedere una nuova sutura.

E’ più frequente nei pazienti diabetici, fumatori ed obesi.

Seppur davvero rare, flebite e embolia polmonare: l’ incidenza aumenta se la paziente non viene mobilizzata precocemente.

Necrosi cutanea e del complesso areola capezzolo. E’ una circostanza molto rara, ma temibile e dovuta per lo più a problemi non segnalati al momento della visita come pregressi interventi sul seno o a pazienti fortemente fumatrici o nelle mammelle molto grandi e caduche.

Possono anche comportare un trattamento chirurgico a distanza per la ricostruzione del complesso areola capezzolo.

Diminuzione della sensibilità del complesso areola capezzolo: è prevista tra le sequele dell’ intervento chirurgico.

Necrosi di parte del tessuto adiposo (liponecrosi) si può manifestare precocemente con fuoriuscita di liquido oleoso dalla ferita, oppure a distanza di tempo con possibile formazione di noduli fibrosi, indurimenti e calcificazioni spesso asintomatici.

Impossibilità di allattamento al seno dopo l’ intervento chirurgico, perché molti dotti galattofori vengono danneggiati.

Nel caso in cui sia stata posizionata anche una protesi mammaria bisogna aggiungervi le complicanze specifiche dell’intervento di mastoplastica additiva e, purtroppo, considerare che l’incidenza di dette complicanze è maggiore rispetto a quella degli interventi eseguiti singolarmente.

In particolare va ricordato che l’ intervento di mastopessi associato alla mastoplastica additiva può presentare complicanze a loro volta specifiche quali: il mancato raggiungimento di un equilibrio topografico fra ghiandola e protesi mammaria con aspetto a doppio profilo (double bubble); ondulazioni superficiali della pelle per non adeguata copertura della protesi con la ghiandola sollevata (wrinkling e rippling); possibilità di visibilità della protesi specie se posizionata sottoghiandolare, allorquando col passare del tempo la ghiandola per gravità tornerà graduamente a discendere sul torace.

L’effetto migliorativo è subito evidente specie nelle pazienti con seno di dimensioni non eccessive, sebbene le mammelle appariranno piuttosto piene al polo superiore e tenderanno ad assumere un aspetto più naturale solo dopo due mesi.

Il risultato definitivo va valutato 6 mesi dopo, così come eventuali “ritocchi”: va detto che una simmetria perfetta nel volume delle mammelle e nell’ orientamento dei capezzoli è realisticamente impossibile da ottenere.

La mastoplastica non arresta il normale processo di invecchiamento, pertanto è inevitabile che con l’ età la pelle si rilassi ancora, specie se il seno è di grandi dimensioni, o si determini un aumento di dimensioni mammarie per la deposizione di tessuto adiposo in caso di aumento ponderale o gravidanza.

Tuttavia, anche senza successivi ritocchi, l’aspetto del seno sarà comunque migliore di quanto sarebbe se l’ intervento non fosse stato eseguito.

Inevitabilmente l’ intervento produce delle cicatrici permanenti che migliorano nel tempo.

Le cicatrici orizzontali nel solco sottomammario, quando necessario in caso di mammelle molto grandi, possono spingersi verso la regione ascellare e verso lo sterno, debordando oltre i limiti della mammella e risultando pertanto parzialmente visibili.

Inoltre alcune pazienti, a causa di un’eccessiva reattività cutanea possono sviluppare cicatrici arrossate, allargate o ipertrofiche e perciò facilmente visibili.

Esse sono trattabili in ambulatorio oppure richiedere una revisione chirurgica a distanza di un anno.

Necrosi di parte del tessuto adiposo (liponecrosi) si può manifestare precocemente con fuoriuscita di liquido oleoso dalla ferita, oppure a distanza di tempo con possibile formazione di noduli fibrosi, indurimenti e calcificazioni spesso asintomatici.

Impossibilità di allattamento al seno dopo l’ intervento chirurgico, perché molti dotti galattofori vengono danneggiati.

Nel caso in cui sia stata posizionata anche una protesi mammaria bisogna aggiungervi le complicanze specifiche dell’intervento di mastoplastica additiva e, purtroppo, considerare che l’incidenza di dette complicanze è maggiore rispetto a quella degli interventi eseguiti singolarmente.

In particolare va ricordato che l’ intervento di mastopessi associato alla mastoplastica additiva può presentare complicanze a loro volta specifiche quali: il mancato raggiungimento di un equilibrio topografico fra ghiandola e protesi mammaria con aspetto a doppio profilo (double bubble); ondulazioni superficiali della pelle per non adeguata copertura della protesi con la ghiandola sollevata (wrinkling e rippling); possibilità di visibilità della protesi specie se posizionata sottoghiandolare, allorquando col passare del tempo la ghiandola per gravità tornerà graduamente a discendere sul torace.

Foto di alcuni interventi eseguiti

Le immagini e i video sono stati pubblicati a scopo scientifico-divulgativo previo consenso da parte dei pazienti del Dr. Grassetti.

I risultati individuali possono variare, ogni paziente è unico, nessuna tecnica è mai identica per tutti i casi. Le foto e i video del prima e del dopo, non garantiscono che i vostri risultati saranno gli stessi, o simili.

Ciascuno infatti avrà un risultato unico nel suo genere. 

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